martedì 27 dicembre 2016

Step 23: Lo Zaffiro "Selvaggio"

Andando ad inquadrare il nostro colore blu da una prospettiva diversa, nella sua dimensione più primitiva, ossia cercando di trovare un collegamento che sorga spontaneo, ricercandolo anche in quelli che sono stati gli ideali che hanno scritto la storia dell’umanità, possiamo ritrovarlo in uno degli eventi fondamentali della storia moderna: la Rivoluzione Francese.
 
"La Libertà che guida il Popolo", Eugène Delacroix, olio su tela, 1830
Chiunque colleghi la Storia ai colori blu e rosso, non può non pensare a questa rivoluzione e ai suoi principi fondamentali: “Liberté, Égalité, Fraternité!”.
Grido di un popolo stanco dei soprusi di una strettissima casta nobiliare, che è riuscito a segnare la caduta dell’assolutismo monarchico nella storia.
Tricolore francese
Soldati dell'esercito rivoluzionario
francese
I due colori precedentemente nominati, non sono che i colori simbolo di questo avvenimento, che ha segnato inoltre la nascita del tricolore francese. Nato dall’unione dei due colori simbolo di Parigi (rosso e blu) e del bianco, prima simbolo della regalità, in seguito attribuito a Santa Giovanna d’Arco.
Aprendo un qualunque libro di storia, è possibile vedere come, oltre allo stesso tricolore, questo colore blu scuro fosse presente soprattutto nelle divise dell’esercito rivoluzionario francese (Armée révolutionnaire française), nel quale, grazie all’immenso afflusso di volontari, si era creata un’amalgama tra le truppe regolari (in tenuta bianca) e i volontari (in tenuta blu).

Rappresentazione della presa della Bastiglia


Sitografia:

martedì 13 dicembre 2016

Step 22: Lo Zaffiro nell'Architettura

In occasione della prima edizione del “Forum Universale delle Culture” (evento promosso dall’Unesco su temi come le condizioni per la pace e i diritti umani) tenutosi nel 2004 a Barcellona, venne recuperata e costruita un’Area Forum situata sulla costa della città.
Tra gli edifici costruiti per l’evento spunta l’Edifici Fòrum (noto anche come “Museu Blau de les Ciències Naturals”) dello studio di architettura Herzog e de Meuron.
Si tratta di un palazzo triangolare blu, di circa 180 metri per lato e 25 di altezza, caratterizzato da un’eccezionale flessibilità, in quanto attualmente ospita un museo di storia naturale, ma è anche dotato di un auditorium da 3200 posti, bar, ristoranti e spazi per il relax e la meditazione, inoltre lo sviluppo orizzontale del volume va a creare una grande piazza coperta che esalta lo spazio pubblico all’aperto favorendone l’utilizzo durante tutte le stagioni.
Esteticamente, le facciate blu, scavate dai profondi tagli verticali delle finestre, e il rivestimento acciaio inox attraverso la particolare texture creano un effetto che evoca i riflessi dell’acqua.




In alto e in basso: due viste dell'edificio da diverse angolazioni; a sinistra: un particolare di una delle facciate.

Vista aerea dell'Area Forum


Sitografia:

mercoledì 7 dicembre 2016

Step 21: Personaggi storici legati allo Zaffiro

Andando a ricercare nella storia (antica e moderna) personaggi legati al color zaffiro ed all’omonima pietra preziosa balza agli occhi un uomo che ha scritto parte della storia medievale: Carlo Magno, re dei Franchi e dei Longobardi e primo imperatore del Sacro Romano Impero.
Egli fu, tra le altre cose, un grande collezionista di reliquie, infatti è molto noto il suo “talismano” costituito da due zaffiri che racchiudono alcuni pezzi della vera croce di Cristo e una ciocca di capelli della Madonna (attualmente il gioiello è custodito nel tesoro della cattedrale di Reims).
Talismano di Carlo Magno

Altre testimonianze storiche di personaggi legati a questo colore si hanno con Teodolinda, regina consorte dei Longobardi e d’Italia della quale ci è stata tramandata la corona, gioiello d’oro tempestato di zaffiri custodito nel Museo del Duomo di Monza, e, avvicinandoci ai giorni nostri, con Sant’Edoardo (noto anche come Edoardo il Confessore), re d’Inghilterra ed il famoso “Zaffiro di Sant’Edoardo”, incastonato tuttora al centro della croce di Malta sulla sommità della corona inglese.
Corona di Teodolinda
Corona imperiale inglese











Proseguendo verso tempi molto più recenti, un altro uomo ha legato la sua immagine al colore ed alla pietra, si tratta di Auguste Victor Louis Verneuil, chimico francese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, noto per aver inventato, nel 1891, il primo processo, tuttora in uso, per sintetizzare artificialmente il corindone (zaffiri o rubini).


Sitografia:

domenica 4 dicembre 2016

Step 20: Lo Zaffiro nella Moda

Ricercando lo zaffiro nel mondo della moda e delle sfilate, salta agli occhi un abito della collezione Primavera Estate 2015 del celeberrimo stilista italiano Valentino.
In questa collezione, la Maison vuole tornare al gusto neoclassico dell’Italia del diciottesimo secolo, quando le artificiosità del barocco sono rimpiazzate dalla statuaria bellezza greco-romana.


Questo abito di un colore molto simile allo zaffiro è costituito da un top “a grembiule” e decorato con fiori in pizzo lavorato e traforato. La modella inoltre calza dei sandali molto simili ai “coturni”, calzatura dell’antichità, altro leit motif della collezione.

Per ammirare tutti i vestiti della collezione:

Sitografia:

giovedì 1 dicembre 2016

Step 19: Anatomia dello Zaffiro

Il color BLU ZAFFIRO nasce grazie alla pietra omonima e si lega ad essa indissolubilmente.
Questo blu molto profondo, che si può scorgere durante una notte stellata, è quindi un colore capace di donare pace e tranquillità a coloro che avvolge, a differenza del suo “gemello”, il rosso rubino, simbolo per eccellenza della passione e dell’impulsività.

Questo è un colore tanto intenso quanto limpido capace di dare anche un senso di fiducia in colui che lo porta, spesso, infatti, le persone che amano questo colore sono persone fedeli e sincere, sulle quali si può contare. A questo proposito lo zaffiro viene usato anche come pietra negli anelli di fidanzamento come segno di un legame indissolubile.


Questo tipo di tonalità di blu viene associato anche alle divise delle forze dell’ordine (come Polizia o Carabinieri), in quanto è un colore che dona sicurezza e dà una sensazione di solidità alle persone che lo vedono e, sempre per questo motivo, è utilizzato (talvolta assieme al bianco) nei marchi del mondo della finanza, delle attività bancarie e dei trasporti.

Il blu, in generale, trasmette anche una sensazione di pulizia essendo il colore dell’acqua.


In definitiva, il colore BLU ZAFFIRO può essere considerato tra i colori più nobili, molto spesso infatti, anche nell’antichità, veniva accostato ai sovrani e agli dei.
Rappresentazione del dio egizio Amon
Corona di Imperiale di Stato inglese
con lo zaffiro degli Stuart

lunedì 28 novembre 2016

Step 18: Lo Zaffiro nella Pittura

È possibile reperire il color blu zaffiro in molte opere pittoriche, in quanto, un blu così intenso, viene utilizzato spesso per rappresentare paesaggi notturni appena illuminati.

È questo il caso della “Notte Stellata sul Rodano”, uno dei dipinti maggiormente conosciuti del pittore olandese post-impressionista Vincent Van Gogh, realizzato durante il suo soggiorno ad Arles nel settembre 1888 ed attualmente esposto al Musée d’Orsay a Parigi.

"Notte Stellata sul Rodano", olio su tela, 72,5 x 92 cm, 1888
Possiamo formulare ipotesi corrette sulla realizzazione e sul significato di questo quadro grazie alla corrispondenza letteraria che il pittore aveva col fratello Theo.
Nell’opera il pittore posa diversi strati di pittura uno sull’altro per ottenere l’effetto “nube” che avvolge tutto l’ambiente; inoltre la posizione dalla quale è ritratto il paesaggio è stata scelta appositamente dal pittore perché permette di riportare i riflessi della luce della città di Arles nel fiume Rodano.
Opera gemella di questa è la famosissima “Notte Stellata”.

Per ogni approfondimento sull’opera:

Sitografia:

domenica 27 novembre 2016

Step 17: Lo Zaffiro nei Brevetti

Nel mondo moderno delle innovazioni tecnologiche, come nel mondo antico (il primo brevetto risale all’Antica Grecia) delle grandi scoperte, il creatore di una qualunque invenzione, di un modello o di un marchio di impresa ottiene il diritto esclusivo di sfruttamento depositandone il brevetto.
Con invenzione si intende una nuova soluzione ad un determinato problema tecnico riguardante un processo o un prodotto.

Uno dei tanti brevetti depositati in cui è presente il color zaffiro è stato pubblicato nel 2015, ed è stato inventato da Jack Malinowski, Gary Lacourt e Frank Calcagni, e riguarda la creazione di un’imitazione artificiale di un diamante, che abbia caratteristiche molto simili ad un diamante vero, avente un rivestimento di zaffiro.
Di seguito i dati del brevetto ed una breve descrizione.

Numero di pubblicazione
US9055792 B2
Tipo di pubblicazione
Concessione
Numero domanda
US 13 / 577.068
Data di pubblicazione
16 giu 2015
Data di registrazione
4 feb 2011
Data di priorità
4 feb 2010
Pubblicato anche come
US20130239614, WO2011097498A2, WO2011097498A3
Inventori
Jack Malinowski, Gary Lacourt, Frank Calcagni
Assegnatario originale
Lautrec Corporation

Il brevetto consiste, come detto prima, nella creazione di un’imitazione di un diamante fatta in laboratorio atta a realizzare una gemma, composta prevalentemente da ittrio e zirconio alla quale viene applicato un rivestimento di zaffiro tramite una deposizione con un fascio ionico, avente caratteristiche fisiche e visive simili a quelle di un diamante. Questa invenzione ha anche lo scopo di migliorare le proprietà, per renderle più simili a quelle di un diamante, della zirconia, nota imitazione della pietra preziosa.

Presente in sitografia un link che rimanda all’intera descrizione del brevetto depositato.

Sitografia:

sabato 26 novembre 2016

Step 16: Lo Zaffiro nel Design

 "(…) La Gommapiuma Pirelli ha rivoluzionato, si può dire, la forma delle poltrone. È questo uno dei casi in cui il gusto moderno trova nel materiale il mezzo per raggiungere forme nuove e caratteristiche riesaminando d’accapo i problemi formali di questo tipo di mobile (…)".
Franco Albini, 1936

Nel ricercare il nostro colore all’interno del mondo del design italiano, ecco la poltrona “Fiorenza”, disegnata nel 1952 dall’architetto e designer italiano Franco Albini, importante architetto del XX secolo aderente al Razionalismo Italiano.
La poltrona diventò immagine simbolo della gommapiuma (poliuretano espanso elastico), ultima frontiera della produzione di mobili imbottiti dell’epoca.
 
Poltrona Fiorenza blu
"La poltrona Fiorenza - scriveva Franca Helg, dello studio Albini-Helg - che Arflex mise in produzione nel 1952, è il re-design di una poltrona che Franco Albini disegnò nel 1939 e che fu realizzata in pochissimi esemplari di produzione artigiana. La produzione Arflex ebbe diverse successive rielaborazioni: le varianti riguardavano soprattutto il cavalletto di legno e il suo modo di connessione con le parti imbottite. Per le sue specifiche caratteristiche di design e d'uso, Fiorenza è in effetti una poltrona molto comoda per una corretta posizione ergonomica, sia per la conversazione che per la lettura e il riposo. Può essere confrontata con le tradizionali "bergères", pur avendo una linea leggera e un disegno molto inciso di gusto contemporaneo".

La struttura portante a vista è in legno massello di faggio tinto noce, mentre lo schienale e la struttura del sedile sono in legno massello di abete rivestito di gommapiuma indeformabile, avente densità differenziate. Il bracciolo invece è in metallo ricoperto da gommapiuma flessibile, mentre l’elasticità della seduta è ottenuta grazie a delle cinghie elastiche rinforzate. Inoltre la poltrona non è sfoderabile.

Sitografia:

venerdì 25 novembre 2016

Step 15: Lo Zaffiro nella Pubblicità

Logo della Barilla
Una delle principali aziende italiane ad aver preso un blu molto simile allo zaffiro come colore simbolo della sua marca è la Barilla, multinazionale italiana del settore alimentare che ha come suoi prodotti di punta pasta secca, sughi pronti e prodotti da forno in generale.
Fondata a Parma (attuale sede principale) nel 1877 da Pietro Barilla, l’azienda utilizza in Italia il noto slogan pubblicitario “Dove c’è Barilla, c’è casa”.

Segue uno dei manifesti pubblicitari Barilla indicativo della predominanza del colore blu scuro all’interno del marchio aziendale.
Manifesto pubblicitario Barilla del 1927

Si allega inoltre questo link dove è possibile visionare altri manifesti pubblicitari dell’azienda riferiti a diversi anni:


Sitografia:

mercoledì 23 novembre 2016

Step 14: Lo Zaffiro nella Chimica

Come più volte detto, il color zaffiro prende il nome dall'omonima pietra preziosa; quest’ultima è una varietà di corindone, che chimicamente è ossido di alluminio, sostanza fortemente allocromatica.
Asterismo sulla superficie dello zaffiro
Star of  Bombay (182 carati)
Il termine zaffiro identifica la varietà blu-azzurra del corindone, ma la stessa denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente ad un aggettivo, per identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu (ad esempio la varietà rubino).
Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva da inclusioni di ematite e rutilo. Nel caso in cui le inclusioni si orientassero in modi particolari, si può presentare il fenomeno dell'asterismo.


Un pigmento dalla tonalità simile al color zaffiro molto usato in passato, soprattutto in Europa, dal medioevo fino alla fine del 1600, è l’Azzurrite. Esso è un minerale di rame costituito da carbonato idrato, la cui formula chimica è 2CuCO3.Cu(OH)2. L’azzurrite si trova sempre in natura associata ad un altro carbonato di rame, la malachite, un pigmento verde di formula CuCO3.Cu(OH)2.
Minerale azzurrite
Il pigmento si preparava dal minerale mediante macinazione e lavaggio, tradizionalmente si aggiungeva all’acqua del lavaggio miele o colla di pesce per facilitare la separazione del pigmento dalle impurezze.
L’azzurrite è stata usata per sofisticare il più caro azzurro oltremare. Per riconoscerla da quest’ultimo bastava scaldare il pigmento al calor rosso: l’azzurrite diventava nera perché perdeva anidride carbonica trasformandosi in CuO.
Il suo declino si verificò con l’affermarsi della pittura ad olio, infatti le sue proprietà superficiali in olio scompaiono.


Sitografia:

martedì 22 novembre 2016

Step 13: Lo Zaffiro nel Fumetto

Pensando al color zaffiro non si può non pensare alla gemma da cui trae il nome, e se andiamo a ricercare una pietra preziosa nel mondo dei fumetti, viene subito in mente uno dei ladri più conosciuti al mondo: Diabolik.


Copertina dell'albo n. 628
L’albo a cui si fa riferimento è il num. 628 (anno XXXVIII), il cui titolo è “I dieci zaffiri stellati”, in cui il famoso ladro ha come obiettivo del suo colpo proprio dieci zaffiri.
Si riporta la pag. 27 dell’albo, nella quale, pur essendo un fumetto in bianco e nero nel quale non è possibile apprezzare i colori, è riportata la vignetta in cui il protagonista trova una foto dei dieci zaffiri.
Riuscirà a portare a termine il colpo?
                                   Albo n. 628, pagina 27                                              
                  

domenica 20 novembre 2016

Step 12: Lo Zaffiro in Cucina

Passando ora dalla biblioteca alla cucina, possiamo trovare una tonalità molto simile allo zaffiro in un frutto del sottobosco: il Mirtillo Blu.
Mirtilli Blu
Questo frutto ha tradizioni antichissime e viene utilizzato per curare diverse patologie. I mirtilli generalmente crescono nelle zone montane (sulle Alpi e gli Appennini), nei boschi e trovano la loro maggiore diffusione sui terreni ricchi di humus. Sono dei piccoli arbusti appartenenti alla famiglia delle Ericacee, alti circa 60 cm. La loro fioritura avviene in primavera e si distinguono in tre differenti specie: mirtillo nero, rosso e blu.
I frutti, bluastri, hanno l'aspetto di bacche, ma in realtà sono false bacche, perché si originano da sepali, petali e stami, oltre che dall'ovario.
Secondo alcune recenti ricerche effettuate negli Stati Uniti, queste piccole bacche, sarebbero dotate di un enorme quantitativo di sostanze antiossidanti, in grado quindi di prevenire patologie cardiovascolari, proteggere dai tumori e addirittura ritardare il naturale processo di invecchiamento. Dunque hanno un duplice scopo: da una parte rappresentano una fonte di alimento, dall'altra vengono utilizzate come medicamento.


Bottiglia di Blue Curaçao
di una nota marca
Passando dalla cucina all’angolo bar ritroviamo il colore protagonista grazie al Blue Curaçao: un liquore a base di scorze di laraha, un tipo di arancia dal caratteristico sapore amaro che cresce nell'isola di Curaçao. Tale pianta è una varietà di arancia amara non nativa dell'isola, ma importata dagli spagnoli. Il suolo povero di nutrienti e il clima arido di Curaçao hanno cambiato il gusto iniziale del frutto, creando questa varietà (laraha).
Il liquore ha un deciso gusto di arancia con gradazione alcolica e amarezza del gusto variabili a seconda del produttore. Il colore è generalmente trasparente, ma vengono spesso commercializzate versioni colorate di verde, rosso, arancione e, spessissimo, blu.


Sitografia:

sabato 19 novembre 2016

Step 11: Lo Zaffiro in un Documento

Facendo una ricerca del color zaffiro all’interno di un documento, sia esso un libro, una fotografia o persino un ritaglio di giornale, salta all’occhio un libro di uno scrittore francese nel quale si narra di una tavoletta di zaffiro nel quale è presente una particolare incisione.
Il libro in questione è “Il Libro di Zaffiro” (titolo originale: “Le Livre de Saphir”), di Gilbert Sinoué, prima edizione in lingua originale di Edition Denoel, anno di pubblicazione: 1996.
Con infinita delicatezza, lo sceicco tolse la guaina di cuoio. Ne scaturì una tavoletta di zaffiro. Di una trasparenza irreale, misurava circa un cubito e mezzo di lunghezza e uno di larghezza. … Questi spalancò gli occhi. In mezzo a un alone bluastro stavano emergendo le quattro lettere: IO SONO COLUI CHE È” (citazione dall’edizione italiana Neri Pozza Biblioteca, prima edizione e-book 2016-9, pagina non visibile).
Copertina del libro
A seguire un riassunto della trama:
Toledo 1487: un anziano rabbino, uno sceicco di mezza età e un giovane monaco francescano, affratellati dal giuramento fatto a un comune amico ebreo finito sul rogo, decidono di intraprendere un avventuroso viaggio alla ricerca di una misteriosa tavoletta di zaffiro, dove, a detta di chi l’ha avuta tra le mani, sono impresse le risposte di Dio agli interrogativi fondamentali che da sempre l’uomo si pone sulla propria esistenza. Nel corso del rocambolesco pellegrinaggio attraverso la Spagna di Ferdinando e Isabella – una Spagna illuminata dalla luce livida dei roghi degli autodafé, incrudelita dalla guerra di Riconquista e minata dal mal sottile del fanatismo religioso e del furore antisemita – i tre scamperanno per un pelo agli agguati degli eserciti cristiano e musulmano, si apriranno un varco tra le fitte maglie tese dell’Inquisizione, troveranno il tempo di fare la conoscenza di uno stravagante marinaio genovese che parla castigliano e sogna di raggiungere le Indie navigando hacia ponente, e scopriranno infine, con una certa sorpresa, che il fine del loro viaggio non è altro che il viaggio stesso.

Sitografia:

giovedì 17 novembre 2016

Step 10: Lo Zaffiro negli Emblemi

Il blu Zaffiro e le tonalità adiacenti sono colori spesso presenti in emblemi e simboli di qualunque specie, dalle marche di qualunque tipologia di prodotto agli stemmi nobiliari.
Ma vivendo a Torino, città dell’auto per eccellenza, non è possibile non prendere in considerazione lo stemma di una delle storiche case automobilistiche torinesi: la Lancia.

Attuale stemma Lancia 
La Lancia viene fondata ufficialmente il 29 novembre 1906 da Vincenzo Lancia (ex collaudatore ed ex pilota Fiat) e dall’amico Claudio Fogolin e si specializzò nella fabbricazione di veicoli di lusso.
Bozzetti presentati dal conte Biscaretti
(la scelta ricadde sull'ultimo a destra)
Dopo il primo pionieristico logo, nel 1910 Vincenzo Lancia affidò al conte Carlo Biscaretti di Ruffia - futuro fondatore del Museo dell’Automobile di Torino - l'incarico di studiare un marchio capace di far riconoscere il nome "Lancia" al primo colpo d'occhio. Il conte predispose cinque disegni, tra i quali Vincenzo scelse quello che - includendo nome, bandiera e volante - meglio avrebbe rappresentato la filosofia Lancia.
Il logo rimane invariato fino al 1929, quando viene inserito all'interno dello scudo che diverrà una costante nelle successive evoluzioni.
Il primo cambiamento radicale avviene nel 1957: con il passaggio al gruppo Pesenti arriva un logo stilizzato, ma che mantiene i segni distintivi scelti dal fondatore.
Con il successivo passaggio di mano dal gruppo Pesenti al gruppo Fiat si torna al logo del 1929, modernizzato nella grafica e nei colori.
Rimarrà pressoché invariato fino al 2007, quando allo studio Robilant viene affidato lo sviluppo del logo attuale, molto criticato dagli appassionati per l'eccessiva stilizzazione e per l'assenza di quei segni caratteristici voluti alla nascita dal fondatore dell'azienda.

Evoluzione del logo Lancia

Sitografia: