Per
descrivere questa esperienza è forse il caso di parlarne in prima persona (a
differenza degli altri post) anche per cercare di trasmetterla empaticamente a
coloro che potrebbero gettare un occhio su questo blog.
Concludo
qui questo percorso a 360° attorno al color zaffiro. Nato inizialmente come un
compito da portare a termine, diventato progressivamente per me un’indagine in
cui c’era il bisogno di andare oltre un semplice sguardo alle cose, alla
ricerca del colore principe di questo blog. È nata in me anche una sorta di
passione nella ricerca dei colori (e non solo lo zaffiro) nelle loro mille
sfumature, ho iniziato pian piano a notarne l’importanza all’interno di mille
contesti sociali e la loro ricorrente presenza per enfatizzare determinati concetti
(il rosso ad esempio è il colore della passione, contrapposto al blu, colore
della tranquillità).
Prima
di cominciare non sapevo esistesse il blu zaffiro pur conoscendo la famosa
pietra preziosa. Quando mi è stato assegnato questo colore mi sono sentito
molto fortunato pensando che mi fosse capitato un colore “regale” e molto
ricorrente proprio grazie alla gemma. Su quest’ultima ipotesi però avevo, in
parte, torto! Talvolta la ricerca in un determinato campo è stata semplice e
quasi immediata, molte altre volte però mi son servite ore di indagini (non
solo online).
Ma
progressivamente ho iniziato ad allargare i miei orizzonti e a cercare il colore
all’esterno dell’oggetto che lo rappresenta, mi fermavo persino per strada o
nei negozi quando vedevo un oggetto, un’immagine, un’insegna, un simbolo che
potesse rappresentare a pieno i mille volti del blu zaffiro.
La
ricerca è nata con una semplice definizione del colore e con la sua traduzione
in tante lingue di tutto il mondo, per poi passare all’analisi delle altre sue
mille facce: prima in maniera oggettiva, rintracciando e spiegando i sistemi di
codici inventati dall’uomo per individuarlo, poi ad un punto di vista
scientifico ricercando il suddetto colore all’interno, prima della chimica e
poi della scienza in generale, passando per il mondo delle invenzioni e dei
brevetti.
Saltando
dalla scienza all’arte abbiamo toccato la pittura, la musica, l’architettura e
il design, il cinema, la moda e, perché no, la cucina! L’arte delle nonne!
Compiendo
un salto nel passato, abbiamo ricercato personaggi storici collegati a questo
colore, un documento che lo trattasse e persino un racconto mitologico del
quale lo zaffiro facesse parte.
Facendone
invece una ricerca nel mondo moderno siamo andati a scovarlo nell’ambito pubblicitario, in un emblema o un simbolo che lo potesse rappresentare, nella
cultura popolare e persino all’interno del mondo dei fumetti.
Abbiamo
esplorato ambiti che fino a quel momento per me potevano sembrare occulti, come
la descrizione anatomica del colore quasi come se esso fosse una creatura
vivente, andando a ricercare ciò che esso può trasmettere a chi lo guarda;
oppure siamo tornati alla dimensione primitiva del colore, analizzandolo come
“colore selvaggio”.
Si
è persino giocato con le parole e i disegni, creando una “nuvola” del colore che
avesse una forma adatta a richiamarlo e formata da tante parole che lo
potessero allo stesso tempo descrivere.
Abbiamo
anche ricreato quello che potrebbe essere definito “l’universo dello zaffiro”,
attraverso un abbecedario, ossia un elenco di tutte quelle cose accomunate
dalla predominanza di questo colore al loro interno, siano esse la bandiera di
uno stato o una famosa marca di dentifricio.
E
per concludere quest’ultimo post in cui ho cercato di spiegare quello che ha
suscitato in me questo ricerca, cercando di ripercorrerla insieme.
Addio
color Zaffiro, o forse arrivederci, chi lo sa!
Si
ringraziano per il supporto morale in questa avventura la mia lettrice più
accanita Arianna, il mio amico e coinquilino Luca e il mio caro fraterno
collega Pierpaolo.